Inappetenza nei bambini: da cosa può dipendere
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Inappetenza nei bambini: da cosa può dipendere

L’inappetenza del bambino è una forte fonte di stress per i genitori. Notare una certa svogliatezza nel mangiare o il rifiuto del cibo, generano nei genitori una grande preoccupazione. Spesso l’inappetenza è legata a fasi della crescita, come la dentizione, o espressione di un disagio momentaneo. Infatti, l’inappetenza è molto frequente nei bambini, molto più di quanto si possa credere. Quando invece diventa costante, è bene parlarne con il proprio pediatra, per capire se magari sia il caso o meno di indagare, per scongiurare eventuali patologie a essa correlate.

Le cause più comuni dell’inappetenza nei bambini

Spesso dimentichiamo che anche i bambini possono andare incontro a situazioni stressanti e reagire in modi diversi allo stress e “lo stomaco chiuso” può essere una modalità. Rifiutarsi di mangiare può essere ricollegato anche ai malanni stagionali, come influenze e raffreddori o infezioni transitorie. Non sempre, è quindi, indice di qualcosa di negativo. Vediamo quali sono le cause che possono portare all’inappetenza:

  • Infiammazioni del cavo orale
  • Diarrea e virus intestinali
  • Allergie alimentari
  • Dentizione
  • Eventi importanti: trasloco, inserimento all’asilo, nascita di un fratellino, distacco dalla mamma ect ect

Tra i fattori da considerare c’è anche il gusto, gradire un cibo piuttosto che un altro è normale, diventa un problema quando si tende a gradire solo certi cibi, in questo può essere molto d’aiuto non solo proporre piatti nuovi e presentare diversamente quelli più amati, ma anche coinvolgere i piccoli nella preparazione delle pietanze.

Qualche utile consiglio per superare la fase dell’inappetenza

  • Convivialità: mangiare insieme è fondamentale non solo in termini di regole, ma soprattutto per creare un ambiente familiare di condivisione;
  • Evitare l’insistenza: insistere non serve a nulla, anzi spesso genera l’effetto contrario;
  • Evitare di giudicare il bambino davanti agli altri: dare etichette è un errore da non commettere;
  • No ai fuori pasto e alle ricompense: essere nei regolari nei pasti quotidiani è importante per una sana educazione alimentare.

In linea di massima una strutturazione dei pasti basata sulla qualità piuttosto che sulla quantità con portate ricche di tutti i nutrienti, accattivanti nell’aspetto (perché si sa, anche l’occhio vuole la sua parte) e in orari regolari, aiuterà il bambino a superare l’inappetenza.

Quando preoccuparsi

Se l’inappetenza del bambino si prolunga nel tempo bisogna contattare il pediatra, maggiormente se si nota che il bambino sviluppa un malsano rapporto con il cibo.Quando il bambino è piccolo, non ancora in grado di comunicare bene, l’ansia dei genitori aumenta. In questo caso, l’intervento del pediatra è cruciale: suo è il compito di verificare la situazione ed eventualmente prescrivere l’assunzione di multivitamici. Se ci si rende conto che l’inappetenza non è causata da fattori fisiologici, e quindi il bambino è in salute, l’intervento di uno specialista, come uno psicologo o un nutrizionista pediatrico, può essere d’aiuto per superare un momento di disagio e quindi evitare lo sviluppo di un problematico rapporto con il cibo.

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Foto di StockSnap da Pixabay

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