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Neonati: perché è importante l’integrazione delle vitamine D e K?

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Le integrazioni raccomandate dalla comunità scientifica nel caso dei neonati sono due: vitamina D e vitamina K, indispensabili per garantire il benessere del bambino. In particolare, la vitamina D è fondamentale per la crescita e lo sviluppo della massa ossea sin dalla vita fetale, ma anche molto utile nella regolazione di varie attività del sistema immunitario e delle funzionalità dell’apparato respiratorio. La vitamina K, è, invece, implicata nella produzione di sostanze che contribuiscono alla normale coagulazione del sangue.

La vitamina D

La vitamina D, come visto in precedenza, è importante per la crescita e lo sviluppo delle ossa e dei muscoli, infatti è fondamentale per la prevenzione del rachitismo. Svolge, però, anche un importante ruolo di regolazione delle funzioni respiratorie e immunitarie. La vitamina D è anche essenziale per promuovere l’assorbimento del calcio dall’intestino e il riassorbimento del calcio e del fosforo da parte del rene. Infine, è indispensabile per il deposito del calcio nelle ossa e per conferire loro la solidità e la resistenza che le caratterizzano. Si tratta di una vitamina particolare la cui fonte principale è il sole: infatti il nostro organismo la produce a seguito dell’esposizione solare. Dal momento che l’esposizione al sole del neonato è sconsigliata, almeno fino ai sei mesi, le varie società scientifiche nazionali e internazionali, raccomandano la somministrazione di 400 UI di vitamina D al giorno per tutti i bambini nati a termine, dalla nascita al primo anno di vita, indipendentemente dal tipo di alimentazione (se con latte materno o artificiale). Dopo l’anno di età, l’integrazione con vitamina D è indicata solo in alcune categorie a rischio, ovvero nei bambini con patologie croniche che comportano un ridotto assorbimento intestinale della vitamina.

La vitamina K

La vitamina K è invece importante per la produzione di sostanze che contribuiscono alla normale coagulazione del sangue. Il neonato alla nascita presenta una fisiologica carenza di vitamina K poiché il trasferimento in utero tramite placenta è limitato. La maggior parte delle emorragie da carenza di vitamina K si manifesta nella prima settimana e in un numero molto limitato di bambini (al di sotto del 2 per cento), e coinvolge solitamente il cordone ombelicale, l’intestino o punti di rilievo. Si tratta di emorragie lievi che non hanno, per lo più, alcuna conseguenza. Onde evitare spiacevoli conseguenze, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la somministrazione a tutti i bambini di 1 mg di vitamina K subito dopo la nascita, tramite un’iniezione intramuscolare. Nei bambini allattati al seno, alcuni medici suggeriscono l’integrazione via orale fino al terzo mese di vita. Nello specifico, è la Società Italiana di Neonatologia che consiglia la vitamina K per tutti i primi tre mesi di vita perché esistono forme più tardive di malattia emorragica e non si conosce esattamente per quanto sia sufficiente la copertura dell’iniezione, anche se altre società scientifiche internazionali non danno questa indicazione. In questo è molto importante rivolgersi al proprio pediatra per decidere se fornire al piccolo una supplementazione di queste vitamine.

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Foto di Anna Shvets da Pexels

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