Alcol in gravidanza: gli effetti sul feto
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Alcol in gravidanza: gli effetti sul feto

 

Gli effetti negativi che l’alcol ha sul feto sono ampiamente documentati. Per questo, quando si parla di assunzione di alcol in gravidanza è sempre bene specificare che non esiste una dose minima di alcol da poter bere ma che ci si dovrebbe totalmente astenere dal bere alcol durante tutta la gestazione. L’alcol, infatti, attraversa la placenta e passa nel sangue del feto durante la delicata fase di crescita dei suoi organi, interferendo così sul loro sviluppo.

Quali sono i rischi per il bambino causati dall’alcol in gravidanza

Quando si parla di effetti negativi dell’alcol sul feto, si fa riferimento a quello che in gergo viene definito “spettro dei disordini feto-alcolici” (FASD): un insieme di disabilità e anomalie del feto provocate dall’uso di bevande alcoliche durante la gravidanza, nello specifico anomalie strutturali (anomalie cranio facciali, rallentamento della crescita, ecc.) e disturbi dello sviluppo neurologico che comportano disabilità comportamentali e neuro-cognitive. Ciò avviene perché l’alcol ingerito dalla mamma si trasforma in una sostanza chiamata acetaldeide, che giunge direttamente al bambino restando in circolazione poiché quest’ultimo non riesce a metabolizzarlo. Nello specifico, i rischi che il bambino corre sono:

Disabilità primarie

• dismorfismi facciali, che si evidenziano tra gli otto mesi e gli otto anni (occhi piccoli e distanziati, naso corto e piatto, solco naso-labiale allungato e piatto, labbro superiore molto sottile, padiglioni delle orecchie scarsamente modellati, ipoplasia mascellare e mandibolare)
• ritardo nell’accrescimento (valori inferiori alla media per altezza, peso corporeo e circonferenza cranica, segno questo di danno cerebrale, possono essere presenti anche malformazioni cardiache)
• anomalie nello sviluppo neurologico del sistema nervoso centrale, con alterazioni cognitive e comportamentali.

Disabilità secondarie

Compaiono nel corso della vita e sono la conseguenza di una mancata diagnosi, vale a dire:

• problemi di salute mentale (90%)
• assenza di autonomia (80%)
• problemi con il lavoro (80%)
• esperienza scolastica fallimentare (60%)
• problemi con la legge (60%)
• isolamento (50%)
• inappropriato comportamento sessuale (50%).

Diagnosi e cura di FASD

La diagnosi di FASD è molto complessa perché i sintomi possono essere differenti e, come abbiamo visto, comparire anche in momenti diversi della vita di un bambino. Per questo motivo non esiste un’unica cura o trattamento specifico, infatti, per affrontare la sintomatologia di FASD spesso è necessario un approccio su più fronti, ovvero pediatrico, educativo e neuropsichiatrico, e un monitoraggio costante dello sviluppo. Diagnosticare precocemente l’ FASD è importante per garantire uno sano sviluppo del bambino. Tuttavia, non tutti i bambini esposti all’alcol sviluppano sintomi riconducibili allo spettro dei disordini feto-alcolici e non si sa ancora quale ne sia la motivazione, ci sono però dei fattori che aumentano il rischio, come:

  • la quantità di alcol e la durata dell’assunzione
  • le condizioni di vita
  • il livello di istruzione della mamma e lo stato civile
  • l’uso di altre sostanze come fumo o droghe
  • una predisposizione genetica

Quindi, come prevenire lo spettro dei disordini feto-alcolici? A riguardo gli specialisti sono tutti concordi nel suggerire l’assoluta astensione dell’alcol in gravidanza: un assaggio, se saltuario (magari in caso di una ricorrenza) e in quantità ridotta è ammesso, badando bene a non trasformarlo in un’abitudine.

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Foto di picjumbo.com da Pexels

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