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Colestasi gravidica: sintomi e trattamento

La colestasi gravidica, detta anche colestasi intraepatica della gravidanza, è una patologia del fegato che interessa le donne in gravidanza, solitamente al terzo trimestre, e che, se trascurata, può creare seri danni nel bambino. A causare questa patologia un versamento della bile, sostanza che consente la digestione e l’assorbimento dei grassi, nella circolazione sanguigna. Il sintomo più comune della colestasi è il prurito generalizzato o localizzato sulle piante dei piedi e sui palmi delle mani che tende ad aumentare di notte.

Le cause della colestasi

Le cause della colestasi non sono ancora del tutto note, si ipotizza che vari fattori possano causarla, primo fra tutti il cambiamento ormonale che si verifica in gravidanza: la colestasi sembra essere legata a una maggiore sensibilità agli steroidi (progesterone, cortico-steroidi, estrogeni) che durante la fase di gestazione sono prodotti in quantità crescenti e portano a un accumulo di bile a livello epatico. L’età avanzata della mamma, la predisposizione genetica alla colestasi gravidica, una gravidanza gemellare, soprattutto se da fecondazione in vitro, sono altre possibili cause. A questi si aggiungono anche fattori ambientali, come le variazioni stagionali: la colestasi gravidica si manifesta maggiormente in inverno. L’incidenza della colestasi gravidica varia in base all’etnia: le popolazioni in cui si riscontra con più frequenza sono quelle del Cile, Bolivia e dei Paesi del nord Europa, dove colpisce una donna su 50. In Europa Occidentale e Centrale e nel Nord America colpisce circa il 0,5-1,5% delle donne in attesa.

Sintomi e cura

Come abbiamo visto, il sintomo più comune è il prurito che si acutizza durante la notte in assenza di rash cutaneo. Altri sintomi sono urine scure, feci ricche di grasso, ittero, stanchezza generalizzata, dolore addominale, inappetenza e nausea. La diagnosi per la colestasi gravidica si basa sull’insorgenza dei sintomi, in primis del prurito, e sull’analisi degli esami del sangue. Solo dopo aver stabilito con esattezza che si tratta di colestasi gravidica, si procede con il trattamento terapeutico che si basa sulla riduzione del prurito, con cure topiche sulla pelle, e sulla riduzione della concentrazione degli acidi biliari con specifiche cure farmacologiche. Anche l’alimentazione assume un ruolo importante per la colestasi gravidica, per una donna con colestasi è importante prediligere cotture semplici per gli alimenti (vapore, ferri, bollitura) e mangiare 2/3 porzioni di verdura al giorno per garantire la regolarità intestinale.

La colestasi è pericolosa il feto

L’accumulo di acidi biliari nel sangue materno è molto rischioso per il bebè. La colestasi gravidica infatti è associata a:

  • Parto pretermine
  • Sofferenza fetale alla nascita
  • Liquido amniotico tinto di meconio
  • Morte intrauterina

Nel caso di colestasi in gravidanza, la futura mamma e il bebè dovranno essere monitorati costantemente con controlli settimanali. Fondamentale è il monitoraggio dei movimenti fetali e, nel caso si percepiscano cambiamenti, recarsi al Pronto Soccorso. In base agli esami del sangue e alla fase della gravidanza, si potrà optare per l’induzione al parto dopo la 37^ settimana di gravidanza. A sei settimane dal parto, la mamma sarà sottoposta a controlli per verificare se i valori del sangue sono tornati nella norma.

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Foto di Leah Kelley da Pexels

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