Integratori post parto: quali sono necessari?
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Integratori post parto: quali sono necessari?

Bisogna assumere particolari integratori nella fase post partum? Équesta la domanda che molte neomamme si pongono nella particolare fase dell’allattamento. Pubblicità, conoscenti e amiche spesso consigliano multivitaminici e integratori creati appositamente per le neomamme, mentre l’OMS consiglia solo acido folico e ferro. Secondo la maggior parte degli specialisti l’assunzione di integratori vitaminici riguarda quelle casistiche in cui si notano particolari carenze, ma in generale sconsigliano l’abuso e soprattutto le “cure fai da te”. Perché è così importante invece assumere acido folico e ferro? Scopriamolo insieme!

L’importanza del ferro nel post parto

Durante il periodo chiamato puerperio, i 40 giorni post parto, è importante per la neomamma assumere integratori di ferro: in questo modo potranno ripristinare il ferro perso durante la gravidanza e il parto. Accade a molte donne che nei mesi successivi al parto si manifesti l’anemia, soprattutto se ne hanno già sofferto durante la gravidanza e se durante il parto si sono verificate forti emorragie. L’anemia può provocare stanchezza, astenia, riduzione della produzione del latte e scarsa resistenza alle infezioni. L’anemia post partum, in particolare, è diagnosticata quando si registra un valore di Hb (emoglobina) <10 g/dl tra le 24-48 ore dopo il parto e Hb < 11 g/dl 1 settimana dopo il parto o Hb <12 g/dl 8 settimane dopo il parto. In questo caso l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di integrare quotidianamente il ferro (120 mg di ferro elementare più 400 μg di acido folico), fino a quando i valori dell’emoglobina non tornano alla normalità.

L’Acido Folico

L’acido folico appartiene alla classe delle vitamine idrosolubili, cioè quelle che non possono essere accumulate nell’organismo, ma devono essere regolarmente assunte attraverso l’alimentazione. Già durante il periodo della gravidanza se ne raccomanda l’assunzione perché previene la possibile insorgenza di alcune malformazioni congenite, come i difetti del tubo neurale, e favorisce il corretto sviluppo del feto. Il fabbisogno di acido folico generalmente è di 0,4 mg al giorno ,soglia facilmente raggiungibile attraverso un’alimentazione sana ed equilibrata, mentre in fase di l’allattamento il fabbisogno è di almeno 0.6 mg. Integrare acido folico (in una quantità compresa tra 400 mcg e 500 mcg) aiuta a supportare la produzione di globuli rossi, la rigenerazione cellulare e a sintetizzare il DNA.

Integratori vitaminici

La fase dell’allattamento potrebbe portare la neomamma a trascurare la propria alimentazione perché molto concentrata sul bambino. In quel caso gli integratori possono essere d’aiuto: bisogna sempre però assumerli con prudenza e chiedere il parere al proprio medico. Tra le vitamine più importanti c’è sicuramente la vitamina D da integrare soprattutto per le donne che allattano in modo prolungato, situazione che comporta un calo del livello estrogenico e quindi può favorire un impoverimento della massa ossea. Particolare attenzione va posta anche sulla vitamina B12, spesso carente anche negli onnivori. Gli acidi grassi e lo iodio, a meno che non si segua una dieta poco equilibrata o ci siano specifiche carenze, non vanno integrati. Per quanto riguarda invece tutti quei prodotti a base di sostanze gattologiche, cioè ritenute in grado di aumentare la produzione di latte, come la galega o il cardo mariano, non ci sono evidenze scientifiche a riguardo. Per l’allattamento, si consiglia di bere almeno due litri di acqua al giorno.

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Foto di niekverlaan da Pixabay

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