Perché coinvolgere i bambini nelle faccende domestiche
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Perché coinvolgere i bambini nelle faccende domestiche

La famiglia è il primo luogo dove il bambino apprende quelle competenze fondamentali che gli saranno utili durante tutta la sua vita: il mangiar sano, la cura della persona, dei propri spazi, ma soprattutto degli spazi condivisi. Spazzare, stirare, fare la lavatrice, cucinare, pulire, sono tutte azioni in cui spesso i bambini non vengono coinvolti dai genitori, ma che possono giocare un ruolo fondamentale per l’acquisizione di maggiore autonomia e indipendenza. Molti genitori evitano di far svolgere ai piccoli alcune mansioni perché pensano che siano già troppo oberati di lavoro tra scuola e attività extra; altri invece non li invitano a partecipare perché semplicemente i bambini si rifiutano. Certo, le faccende domestiche non sono divertenti per nessuno, ma necessarie, per cui se si educano i bambini sin da piccoli a dare una mano in casa, crescendo saranno in grado di compiere queste azioni con naturalezza, percependoli come compiti piuttosto che come obblighi.

I benefici della collaborazione domestica

Coinvolgere i bambini nelle attività domestiche li aiuta a diventare più autonomi nell’avere cura di sé stessi, dei propri famigliari e dell’ambiente condiviso: la casa. Spesso nelle famiglie sia mamma che papà sono fuori casa tutto il giorno per lavoro, collaborare, quindi diventa un modo per dare il proprio contributo al benessere delle persone più care. Inoltre, anche la più semplice delle attività come riordinare la cameretta, favorisce lo sviluppo della coordinazione motoria, dell’equilibrio e del pensiero logico. Altro beneficio è il sentirsi parte di un gruppo, partecipi alle vicende della propria famiglia. Per questo coinvolgere i bambini nelle faccende domestiche è importante, perché permette loro sviluppare autostima e gratificazione.

Come suddividere in compiti in base all’età

Nell’assegnare i compiti da svolgere è sempre importante tener conto dell’età: i bambini di 2-3 possono aiutare, a esempio, mamma e papà a ordinare la cameretta, apparecchiare e sparecchiare e dare da mangiare al cane o al gatto; dai 7 anni in poi potranno tenere in ordine la camera, fare il letto e spazzare; a 9 anni, invece, uscire per delle commissioni, sistemare la spesa, caricare la lavastoviglie. Molto importante è organizzare la distribuzione dei compiti, appendendo una lista in un luogo ben visibile, come il frigorifero o una bacheca in cucina, dove assegnare i vari compiti. Il bambino così potrà facilmente controllare i suoi compiti e svolgerli con costanza durante tutto l’arco della settimana. Se, invece, i bambini non sono stati abituati a collaborare in casa è bene cominciare per step, partendo dalle piccole cose, per poi passare a quelli più complessi. In linea di massima per coinvolgere attivamente i bambini è necessario anche dotarsi dello spirito giusto: pazienza, disponibilità ed elasticità, sono gli ingredienti giusti. Se nel cucinare hanno sporcato la cucina, non è necessario perdere la pazienza: farsi aiutare in casa non significa pretendere la perfezione, ma aiutare i propri figli a sentirsi capaci e partecipi della vita quotidiana della famiglia.

Photo credits:

Foto di Cottonbro da Pexles

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