Co-sleeping, si può
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Co-sleeping, si può?

Con il termine co-sleeping si intende la pratica di far dormire il neonato vicino a mamma e papà, ponendo il piccolo nel lettone o adagiandolo in una culletta vicino al letto. Se fino a qualche decennio fa il dormire tutti insieme nello stesso lettone veniva visto non propriamente bene da educatori ed esperti poiché il bambino doveva essere abituato a dormire da solo sin dai primi mesi di vita, oggi la pratica del co-sleeping è stata rivalutata e sono molti i genitori che decidono di attuarla. Secondo i sostenitori del co-sleeping a beneficiarne sarebbero mamma e bambino: la mamma perché agevolata nei primi tempi soprattutto per quel che riguarda l’allattamento frequente, il piccolo perché avrà occasione di stare vicino alla mamma, un bisogno naturale insito in ogni neonato. Tuttavia, bisogna praticare il co-spleeping responsabilmente poiché dormire insieme nello stesso letto con il neonato potrebbe portare alla SIDS, ovvero la morte in culla.

Quali sono i vantaggi del co-sleeping

Dormire insieme al proprio bambino porta inevitabilmente i genitori a chiedersi se tale pratica possa essere pericolosa o meno: l’idea di poter schiacciare il proprio bambino durante il riposo provoca, inevitabilmente, angoscia. Il miglior modo per praticare co-sleeping in sicurezza è quello di dotarsi di una culla o lettino da inserire accanto al letto, in questo senso il termine co-spleeping assumerà il significato di dormire insieme sì, ma nella stessa stanza. In questo modo, la mamma potrà gestire al meglio le richieste di essere allattato del piccolo e il bambino avvertirà la presenza fisica dei genitori. I bambini che possono condividere la camera da letto con i genitori si sentono maggiormente rassicurati perché la presenza dei genitori ha un effetto rassicurante e calmante soprattutto durante la prime fasi della vita quando i bebè sono soggetti a numerosi microrisvegli notturni che non riescono a gestire bene. Ma riassumendo, quali sono i vantaggi del co-sleeping? Vediamoli insieme:

  • Maggior comodità per l’allattamento al seno.
  • Migliora la gestione e controllo dei risvegli notturni.
  • Riduce stress e ansia nei bambini.
  • Migliora lo sviluppo emotivo dei bambini, rendendoli degli adulti equilibrati.
  • Migliora il bonding, vale a dire la creazione di un rapporto speciale fra genitori e figli anche attraverso il semplice contatto fisico.

Come praticare il co-sleeping in sicurezza

Come già detto in precedenza, i genitori che scelgono di praticare il co-sleeping devono seguire una serie di indicazioni per assicurare al bambino la totale sicurezza:

  • Se si decide di dormire con il bambino è importante assicurarsi che il materasso sia duro e ampio.
  • Piumone, copriletto o coperta non devono essere troppo pesanti.
  • La temperatura della camera non deve essere troppo alta (andrebbe mantenuta tra i 18 e i 20 °C).
  • Il bebè non deve essere troppo coperto e deve dormire a pancia in su.
  • Non lasciare mai il neonato incustodito.
  • Evitare che ci siano lacci o corde o oggetti appesi per ridurre a zero il rischio di strangolamento.

Nel caso in cui i genitori fumino, assumano stupefacenti o abbiano problemi di obesità, è sconsigliato praticare il co-sleeping. In merito all’età entro cui praticarlo, gli specialisti suggeriscono fino ai 3 anni d’età.

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Foto di Sarah Chai da Pexels

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