Acetone nei bambini: cosa fare?
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Acetone nei bambini: cosa fare?

L’acetone nei bambini viene definito una condizione metabolica che si verifica quando il corpo, non potendo utilizzare gli zuccheri come fonte primaria per la produzione di energia, sfrutta i grassi come fonte alternativa. L’utilizzo dei grassi da parte del fegato produce a sua volta i cosiddetti corpi chetonici, ovvero l’acido acetoacetico, l’acido beta-idrossibutirrico e l’acetone. Quando queste tre sostanze raggiungono un certo livello di presenza nel sangue del bambino, definito chetonemia, provoca nel bambino la comparsa della sintomatologia legata all’acetone.

Le cause dell’acetone

L’acetone è una condizione che si manifesta con maggiore frequenza tra i 2 e i 6 anni di età: alcuni bambini sono più soggetti di altri all’acetone, probabilmente perché esiste una predisposizione genetica e costituzionale. Solitamente l’acetone compare a seguito di episodi di febbre perché la febbre comporta un certo dispendio di glucosio e può portare a un esaurimento, in tempi rapidi, delle scorte di zucchero, sotto forma di glicogeno presenti nel fegato e nei muscoli del bambino. L’organismo per sopperire a tale mancanza, comincia a utilizzare i grassi innescando il meccanismo che determina la comparsa dell’acetone. Oltre agli stati febbrili, il digiuno, sforzi prolungato o il consumo di cibi grassi, sono fattori che possono causare l’insorgenza dell’acetone.

I sintomi dell’acetone

I corpi chetonici sono molto dannosi e l’organismo cerca di eliminarli attraverso le urine e la respirazione. Ciò provoca il primo sintomo dell’acetone nei bambini, l’alito acetonemico dal tipico odore di frutta matura. Altri sintomi possono essere nausea, vomito, mal di testa, dolore addominale, lingua asciutta e patinosa, occhiaie e, nei casi più gravi, letargia. Per essere sicuri che si tratti di acetone, è possibile effettuare un test delle urine a casa dal quale, attraverso specifici reagenti chimici, è possibile individuare la presenza della chetonuria. L’acetone tende a risolversi spontaneamente senza bisogno di farmaci, tuttavia nel caso in cui si tratti del primo caso o si siano riscontrati episodi ricorrenti, bisogna contattare il proprio pediatra per escludere patologie più gravi.

Cura e prevenzione

La cura per l’acetone si basa sull’assunzione da parte del bambino di piccoli sorsi o di cucchiaini di bevande fresche e zuccherate, come acqua zuccherata, spremute, tè deteinato e succhi di frutta. In questo modo si aiuta l’organismo a ripristinare le riserve di carboidrati. Di solito, la guarigione avviene in 2-3 giorni dalla comparsa dei sintomi. Se l’acetone, non si dovesse risolvere in questo modo, la prassi vuole che il piccolo venga ricoverato e sottoposto all’infusione di soluzioni glocoelettrolitiche via endovenosa. L’insorgenza dell’acetone si previene con una dieta ricca di zuccheri, di acqua e priva di grassi. In tal senso, prediligere i carboidrati complessi, come la pasta, e ridurre i grassi, tra cui latte intero, burro, formaggi, fritti, carni grasse, cioccolato e insaccati. Nel caso in cui ci si rende conto che il proprio bambino sia predisposto all’acetone, ecco una serie di consigli su cosa è meglio che mangi in caso di febbre:

Alimenti sì

  • Yogurt magro
  • Latte scremato
  • Pane e fette biscottate
  • Frutta e succhi di frutta
  • Marmellate
  • Miele
  • Tè deteinato
  • Camomilla
  • Carni bianche ai ferri o lessate
  • Pesce
  • Legumi
  • Verdure lessate, crude o al vapore
  • Olio EVO in piccole quantità
  • Brodo vegetale
  • Pasta, riso, semolino

Alimenti no

  • Latte intero
  • Biscotti (frollini) e brioches
  • Burro
  • Cioccolato
  • Gelato alle creme
  • Carni rosse
  • Salumi e insaccati
  • Uova
  • Formaggi
  • Fritti
  • Maionese, panna e creme

Photo credits:
Foto di Mikhail Nilov da Pexels

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