Sonnambulismo nei bambini perché avviene
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Sonnambulismo nei bambini: perché avviene?

Tra i disturbi del sonno più comuni durante l’infanzia c’è il sonnambulismo. Si tratta di un fenomeno che viene fatto rientrare tra le parasonnie, insieme al bruxismo (digrignare i denti), al pavor nocturnus (terrore notturno), il sonniloquio (parlare nel sonno) e i risvegli in stato confusionale. Questi disturbi, di natura benigna, si manifestano solitamente durante il sonno NREM, ovvero la fase più profonda del sonno in cui sono assenti i cosiddetti Rapid Eye Movements (tradotto in italiano “i movimenti rapidi degli occhi”).

Le cause del sonnambulismo

Il sonnambulismo interessa prevalentemente i bambini dai 2 anni in su e si stima che tra il 15 e 30% dei bambini ha sperimentato almeno una volta un episodio di sonnambulismo e circa il 6% ha episodi ricorrenti, con un’incidenza massima incidenza nei bambini intorno ai 10 anni, il 14% dei casi. In merito alle cause, sebbene l’origine sia ancora sconosciuta, si ritiene che i fattori genetici giochino un ruolo importante, a cui possono associarsi diversi fattori scatenanti, quali:

  • stress, disagio psicologico;
  • deprivazione del sonno;
  • apnee notturne causate da ipertrofia delle tonsille e/o delle adenoidi;
  • infezioni e febbre;
  • deprivazione del sonno.

I sintomi del sonnambulismo

I sintomi del sonnambulismo variano di bambino in bambino: solitamente i piccoli si siedono sul letto con gli occhi aperti e iniziano a parlare; in altri casi si alzano dal letto e camminano per casa oppure compiono azioni della quotidianità come lavarsi i denti, accendere la tv, vestirsi e così via. Generalmente gli episodi di sonnambulismo durano meno di 10 minuti, ma può capitare che si protraggano più a lungo. Il sonnambulismo di per sé non è pericoloso, tuttavia può diventarlo quando non si prendono le dovute precauzioni per evitare che il piccolo possa farsi male. Ecco alcuni consigli su cosa non fare in caso di sonnambulismo:

  • evitare di svegliare il bambino se si trova in situazioni pericolose, è meglio accompagnarlo a letto;
  • chiudere bene la porta di ingresso e le finestre della camera da letto del bambino;
  • rimuovere oggetti taglienti, appuntiti o che possano far incespicare il bambino;
  • tenere fuori dalla portata del bambino oggetti pericolosi;
  • impostare la temperatura dell’acqua calda per evitare ustioni;
  • non far dormire il bambino sonnambulo nella branda superiore di un letto a castello;
  • usare dei cancelletti che limitino l’accesso alle scale.

Come si fa la diagnosi di sonnambulismo

La diagnosi di sonnambulismo è di natura clinica, ovvero si basa sul racconto dei genitori e del bambino. Non vengono richiesti esami aggiuntivi, se non nel caso in cui il pediatra non lo ritenga opportuno. Il neuropsichiatra infantile andrebbe, invece, contattato se:

  • gli episodi di sonnambulismo presentano più di due volte a settimana;
  • gli episodi di sonnambulismo si presentano più volte durante la stessa notte;
  • durante gli episodi il bambino compie azioni pericolose;
  • è presente una coesistenza con altri disturbi come l’enuresi o sintomi d’ansia.

Nella maggior parte dei casi il sonnambulismo si risolve spontaneamente con la crescita e, anche nei casi più complessi, si dimostra un rimedio efficace illustrare ai genitori le regole per avere una buona “igiene del sonno”:

  • dormire ogni notte lo stesso numero di ore;
  • stabilire una routine che anticipi la nanna;
  • rendere la camera da letto il più confortevole possibile;
  • cenare almeno due ore prima di coricarsi;
  • evitare bevande eccitanti;
  • evitare attività stimolanti;
  • evitare display luminosi;
  • praticare attività fisica di giorno;
  • esporsi spessi alla luce del giorno.

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Foto di Wilphoto Style da Pexels

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