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Sesso dopo il parto: perché cambia?

Ritrovare l’intimità dopo il parto può rappresentare una sfida per molte coppie. Una buona sessualità è un collante fondamentale per la relazione e per questo è importante che la ripresa della vita sessuale avvenga serenamente. Solitamente, si consiglia una ripresa della sessualità circa quaranta giorni dopo il parto, per garantire ai tessuti un ritorno alla normalità, soprattutto se sono stati applicati punti di sutura dopo il parto. Prima della ripresa dei rapporti sessuali è sempre bene effettuare una visita ginecologica.

Sessualità dopo il parto: cosa cambia nella coppia

Avere un figlio è un’esperienza importante per una coppia che allo stesso tempo ne mette a dura l’entità. Se precedentemente la seduzione e la complicità emotiva rendevano semplice la sessualità, con l’arrivo del bebè l’attenzione viene concentrata esclusivamente su di lui, favorendo l’allontanamento dei due partner. La sessualità spesso cambia già in gravidanza: vuoi per il timore di far del male al bambino, vuoi per un allentamento emotivo da parte della donna che proietta le sue attenzioni al bambino che sta per nascere, “ritrovarsi” diventa sempre più complesso. Come già evidenziato, la ripresa dell’attività sessuale dopo il parto è consigliabile che avvenga circa dopo 40 giorni dal parto, per una serie di fattori:

  • a livello biologico concorrono la fatica, la difficoltà a dormire, la modificazione degli ormoni sessuali ed eventuali esiti cicatriziali perineali;
  • a livello contestuale, l’essere diventati genitori e quindi, madre e padre;
  • a livello psicologico, la maternità con tutti i suoi risvolti.

Desiderio sessuale dopo il parto e in allattamento: come cambia

Strettamente connessa con l’identificazione della donna con il ruolo di madre e con il tipo di parto effettuato, è la perdita del desiderio sessuale. Il disinteresse a livello sessuale è favorito dalle modificazioni ormonali, ma anche da alcuni aspetti psicologici, come la paura del dolore strettamente connessa al tipo di parto (è maggiore in caso di traumi a livello di perineo o di utilizzo di strumenti quali forcipe o ventosa ostetrica). Anche nell’uomo, però, può verificarsi un calo del desiderio sessuale, connesso:

  • alla visione del parto;
  • a emozioni di gelosia nei confronti del neonato, a cui la mamma dedica attenzioni;
  • alla percezione di trascuratezza da parte della partner.

In questi casi è fondamentale la comunicazione per trovare un punto di incontro, magari facendosi aiutare da specialisti in terapia di coppia. Per quanto riguarda il periodo di allattamento, in cui si verifica l’aumento della prolattina, il calo del desiderio sessuale è correlato alla diminuzione degli androgeni a cui si accompagna anche un calo degli estrogeni, con conseguente minore lubrificazione vaginale. In questa fase si possono verificare:

  • aumento della sensibilità dei capezzoli;
  • fuoriuscita di latte durante il rapporto sessuale o l’orgasmo;
  • diminuzione del desiderio sessuale;
  • secchezza vagina e dolore durante la penetrazione;
  • sensazione di provare un orgasmo/eccitazione durante l’allattamento.

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Foto di Min An da Pexels

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