Celiachia e neonati quando è possibile introdurre il glutine
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Celiachia e neonati: quando è possibile introdurre il glutine?

La celiachia è una malattia autoimmune causata dall’intolleranza dell’organismo al glutine, proteina contenuta nel grano, nell’orzo e nella segale. Per stare bene fisicamente, una persona celiaca deve necessariamente escludere dalla propria alimentazione prodotti come pane, biscotti, pasta poiché a base di farine che contengono glutine. Parlando di bebè, quando si avvicina il momento dello svezzamento, molti genitori si chiedono, giustamente, se l’introduzione di glutine nell’alimentazione possa favorire l’insorgenza della celiachia e quale è il momento più opportuno per introdurre i cibi con glutine nell’alimentazione del bambino.

Glutine e svezzamento: quando introdurlo

Fino a qualche anno fa, si consigliava di non introdurre il glutine all’inizio dello svezzamento sia per ridurre il rischio di sviluppare la celiachia sia per “prevenire” le sue gravi complicazioni gastroenterologiche. Oggi, invece, gli esperti consigliano di introdurre il glutine sin dalle prime fasi dello svezzamento, già con le prime pappe. La strategia di introdurre il glutine senza ritardi e limitazioni in termini di quantità nasce da evidenze scientifiche che hanno dimostrato come nei soggetti destinati ad essere intolleranti al glutine è preferibile permettere la comparsa precoce dei sintomi (diarrea, dimagrimento, rallentamento della crescita e anemia) e quindi il tempestivo riconoscimento della malattia e l’inizio della dieta senza glutine.

I sintomi della celiachia

I sintomi della celiachia nei bambini non riguardano solo l’intestino. Trattandosi di una sindrome complessa, può manifestarsi anche lontano dall’apparato gastrointestinale. Per questo è importante prestare attenzione a vari aspetti, quali:

  • afte ricorrenti;
  • scarso accrescimento ponderale o pondero-staturale;
  • alterazioni dello smalto dentale;
  • dolore addominale ricorrente;
  • vomito;
  • disturbi di tipo neurologico (anche se questi sono più rari).

Celiachia: diagnosi e trattamento

La celiachia si sviluppa per una predisposizione genetica: i geni che predispongono all’insorgenza della celiachia sono gli alleli HLA-DQ2 e DQ8. La celiachia è più frequente, quindi, nei familiari dei pazienti a cui è già stata diagnosticata in passato, sebbene non tutti i soggetti con questa predisposizione sviluppino la malattia nell’arco della vita. Ci sono anche fattori non ben conosciuti che determinano lo sviluppo della celiachia nell’1%della popolazione mondiale. Se si sospetta un’intolleranza al glutine, bisogna rivolgersi al proprio pediatra che valuterà, sulla base dei sintomi e del quadro clinico generale, se è il caso di eseguire test diagnostici specifici. In questo caso è bene non eliminare il glutine dall’alimentazione del bambino prima di aver eseguito i test e prima di una diagnosi certa perché si rischia di rendere più difficile il riconoscimento della malattia. In merito al trattamento non esiste una cura risolutiva per la celiachia, l’unica terapia è la dieta con esclusione rigorosa di glutine per tutta la vita, il che permette la regressione della sintomatologia nell’arco di poche settimane.

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Foto di Kampus Production da Pexels

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