Che cos'è lo svezzamento naturale
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Che cos’è lo svezzamento naturale

Fino a qualche anno fa, quando si arrivava al fatidico momento dello svezzamento del neonato, i pediatri proponevano alle famiglie una famosa tabella da seguire in base alla quale il primo piatto proposto ai piccoli era la pappa fatta con brodo vegetale, esclusivamente con zucchina, patata e carota, e crema di riso o mais, un cucchiaio di olio EVO e uno di parmigiano o grana a cui si aggiungevano ulteriori ingredienti con il passare del tempo, seguendo precise indicazioni e tempistiche, ritardando l’introduzione dei cibi considerati più allergizzanti. Oggi oltre allo svezzamento tradizionale, viene sempre più proposto lo svezzamento naturale, conosciuto anche come autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta. Scopriamo insieme che cos’è e qual è la giusta età per lo svezzamento naturale.

Che cos’è lo svezzamento naturale e quando cominciare

Con il termine svezzamento naturale, autosvezzamento o alimentazione complementare a richiesta ci si riferisce a una modalità di introduzione dei cibi semisolidi o solidi nella dieta del neonato non prevede tramite pappe particolari, ma attraverso l’accesso libero del bambino al cibo degli adulti. Il piccolo, spinto dalla sua naturale curiosità e dalla tendenza ad imitare ciò che fanno i grandi, da solo assaggia il cibo che mamma e papà mangiano, nelle modalità e quantità che preferisce. Ovviamente, il cibo principale rimane il latte materno o artificiale da offrire a richiesta. Per iniziare l’autosvezzamento è importante che il bambino abbia acquisito la capacità di stare seduto bene e da solo sul seggiolone e che manifesti un interesse nei confronti del cibo, come? Attraverso specifici segnali:

  • protendere le mani verso il piatto;
  • provare ad afferrare la posata dalla mano del genitore;
  • prendere il cibo e portarlo verso la bocca;
  • emettere urli e vocalizzi;
  • eccitarsi spalancando occhi e bocca.

In linea di massima, tutto ciò dovrebbe avvenire intorno ai sei mesi (età che coincide anche con le indicazioni dell’OMS in ottica di allattamento al seno fortemente raccomandato, in maniera esclusiva, fino al compimento proprio del sesto mese). Tuttavia, è sempre bene rispettare i tempi di sviluppo del piccolo, senza forzarlo: non esiste un’età standard per iniziare lo svezzamento naturale. Altro fattore determinante che incide sullo svezzamento naturale è la qualità del cibo proposto al piccolo. Se si nota il suo interesse per ciò che mangiano gli altri, è bene iniziare a cucinare in modo sano, evitando ad esempio le fritture, scegliendo prodotti di stagione in base alla piramide della dieta mediterranea e prediligendo condimenti equilibrati, privi o con bassissimo contenuto di sale. I cibi è meglio sminuzzarli o schiacciarli (per ottenere la giusta consistenza l’alimento deve sfaldarsi se pinzato tra pollice e indice), prestando comunque sempre attenzione al piccolo.

Perché è utile lo svezzamento naturale

Lo svezzamento naturale è un buon metodo per aiutare il piccolo ad acquisire una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie capacità: piuttosto che essere passivamente imboccato, il piccolo viene coinvolto attivamente nella scelta di portare da solo alla bocca ciò che più desta in lui curiosità. Inoltre, assecondare la naturale propensione alla masticazione influisce sullo sviluppo di altre competenze, prima fra tutte lo sviluppo del linguaggio poiché vengono coinvolte le stesse strutture anatomiche. Un altro vantaggio dello svezzamento naturale è che non vieta ai piccoli di mangiare cibi allergizzanti: secondo recenti studi scientifici introdurre al momento dello svezzamento questa tipologia di cibi aiuta a prevenire le allergie alimentari. Ciò accade perché esiste una finestra temporale, che si attenua e scompare entro il primo anno di vita, in cui si sviluppa la tolleranza immunitaria, cioè la capacità del sistema immunitario di non reagire a molecole estranee.

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Foto di Lisa Fotios

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