Il monitoraggio dell’ovulazione
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Il monitoraggio dell’ovulazione

Il monitoraggio ecografico dell’ovulazione prevede un insieme di ecografie effettuate a distanza di pochi giorni l’una dall’altra per individuare il giorno di massima fertilità e quindi aumentare le probabilità di concepimento. Si tratta di una metodologia molto utile quando si ha difficoltà a rimanere incinte perché consente di individuare i giorni fertili e, in caso di necessità, di cominciare una terapia a base di dosaggi ormonali prima e dopo l’ovulazione.

Come avviene il monitoraggio dell’ovulazione

Si inizia il monitoraggio alcuni giorni prima in cui si pensa possa avvenire l’ovulazione e, attraverso una serie di ecografie transvaginali a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, si misurano nello specifico il diametro del follicolo più grande e lo spessore dell’endometrio. Da questi due parametri si può capire se l’ovulazione è imminente, nello specifico, quando il follicolo raggiunge un diametro tra i 18 e i 22 millimetri e l’endometrio raggiunge uno spessore tra gli 8 e i 12 millimetri. Inoltre, attraverso le ecografie, si può osservare la presenza di uno strato scuro nel canale cervicale dell’utero segnale dell’aumento della produzione del muco cervicale, quest’ultimo necessario per il nutrimento e la risalita degli spermatozoi dal collo uterino alle tube di falloppio. Raggiunti questi parametri si consiglia alla coppia di avere rapporti sessuali nei 3-4 giorni successivi perché la probabilità di concepire è molto alta.

Come si calcola l’ovulazione

L’ovulazione effettiva in una donna dura 24 ore, ma è feconda anche nei 3-4 giorni precedenti, infatti in questi giorni la cervice uterina produce il muco cervicale che garantisce la sopravvivenza degli spermatozoi. Solitamente nelle donne il tempo che intercorre tra il primo giorno di mestruazioni e ovulazione è di 14 giorni e gli spermatozoi possono rimanere nel collo dell’utero per 3 giorni. Se si ha un ciclo regolare è molto semplice stabilire la data dell’ovulazione: ad esempio se si ha un ciclo di 27 l’ovulazione avverrà al 13 giorno (27-14=13). L’ovulazione però non è sempre regolare: può capitare che avvenga precedentemente o in ritardo, oppure che durante un ciclo mestruale non venga rilasciato alcun ovulo o che ci siano più ovulazioni. Ci sono sintomi che possono segnalare che il corpo si sta preparando all’ovulazione come l’aumento della produzione di muco cervicale (che assume una consistenza ad albume d’uovo), il leggero aumento della temperatura basale (da misurare a riposo e sempre allo stesso orario) o l’aumento del desiderio sessuale. Inoltre, in commercio esistono dei test per il calcolo dell’ovulazione che misurano la quantità di ormone LH nelle urine, utile a stabilire se l’ovulazione è avvenuta o meno.

Se l’ovulazione non avviene naturalmente?

In questo caso lo specialista può indicare la somministrazione di farmaci che stimolano l’attività delle ovaie e quindi la produzione dei follicoli. È bene distinguere tra induzione dell’ovulazione e stimolazione dell’ovulazione: nel primo caso la terapia mira a provocare l’ovulazione in donne che soffrono di anovularietà cronica; nel secondo, invece, si stimola la produzione dei follicoli in donne che ovulerebbero anche senza l’utilizzo di farmaci ma che soffrono di oligomenorrea e che quindi ovulano con meno frequenza. In alcuni casi, però, i ginecologi possono proporre una stimolazione leggera anche a donne che ovulano normalmente, per sollecitare le ovaie a produrre più di un follicolo, aumentando così le probabilità di concepire.

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Foto di Nataliya Vaitkevich da Pexels

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